Come linguisti specializzati in traduzioni da e verso cinese, coreano e giapponese, ci troviamo ad affrontare difficoltà specifiche legate alle caratteristiche peculiari delle lingue asiatiche, profondamente diverse per lessico e struttura dall’italiano.
Per mostrarvi un piccolo spaccato del nostro lavoro quotidiano, oggi diamo voce tramite intervista a tre traduttori di Japan’s Way che risponderanno a uno dei tanti dubbi che ogni esperto di queste tre lingue si pone quando si trova di fronte al testo di origine. L’italiano, a differenza della lingua cinese, coreana e giapponese, è una lingua che tende a chiarire elementi e dettagli che, al contrario, restano spesso “indefiniti” nelle tre lingue asiatiche.
Massimo, esperto di lingua cinese, Nunzia, esperta di lingua coreana e Valeria, esperta di lingua giapponese, si sono confrontati sul seguente quesito: “Come affronti il problema del genere e del numero che nell’italiano – e tendenzialmente in tutte le lingue neolatine – sono sempre definiti mentre al contrario sono indefiniti nel cinese, coreano e giapponese?”
M.: “È sicuramente una delle parti più interessanti secondo me; infatti, non avendo il cinese né numero né genere, la sua corretta traduzione deve essere compresa dal resto del contesto; è una delle diverse fasi che io chiamo “controllo qualità” perché mi permette di rendermi conto se la traduzione che ho fatto è valida o meno.”
N.: “Come in altre lingue asiatiche, anche in coreano il genere e il numero (salvo alcune eccezioni) non vengono esplicitati attraverso una desinenza, per questo è fondamentale prestare attenzione al contesto. Personalmente, cerco di raccogliere il maggior numero di informazioni sul testo che mi trovo ad affrontare e faccio diverse ricerche sui termini in questione, così da avere un quadro più chiaro e un’interpretazione più completa.”
V.: “Per una buona resa linguistica, è fondamentale una profonda conoscenza della cultura, e la comprensione del contesto è l’unico appiglio che abbiamo noi traduttori dal giapponese per sapere se ad esempio una descrizione fa riferimento a un uomo o a una donna, o se in una narrazione sono coinvolte più persone. Se leggo solamente la frase “昨日、友達と一緒に映画を見に行きました” non posso sapere se tradurla con “Ieri sono andata/andato a vedere un film con un’amica/un amico/delle amiche/degli amici”… otto differenti opzioni tra cui solo una può essere quella giusta. Insomma, è sempre una bella sfida!”
Per i nostri traduttori è dunque interessante notare come di fronte a un testo cinese, coreano o giapponese la lingua rispecchi e sottenda le peculiarità della cultura di riferimento. Queste tre lingue asiatiche, in cui è specializzata e di cui si occupa Japan’s Way da più di dieci anni, hanno come caratteristica comune una sorta di “indeterminatezza” linguistica per cui, non esistendo genere e numero, molto spesso concetti e pensieri non sono chiaramente esplicitati con le parole, ma sono solo “abbozzati”, lasciando all’interlocutore (e di conseguenza ai nostri traduttori) l’onere dell’interpretazione.
Concludiamo l’intervista con i traduttori e ringraziamo Massimo, Nunzia e Valeria per le loro risposte, e li lasciamo al loro lavoro con Japan’s Way per continuare ad offrirvi traduzioni professionali e dagli alti standard qualitativi, rese sempre con cura e amore per la lingua e la cultura cinese, coreana e giapponese.
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